Lo scorso 22 aprile, sulla piattaforma CDP Business Matching, si è tenuto il primo incontro della serie di conferenze dedicate alle relazioni tra Italia e Giappone “Road to Osaka 2025”. In attesa dell’Expo di Osaka dell’anno prossimo, la Cassa Depositi e Prestiti ha pianificato tre giornate in cui esperti di vari settori introdurranno temi legati a diverse categorie che collegano i due paesi. Ovviamente, noi non potevamo mancare all’evento “Italy meets Japan- Sostenibilità nella moda” tenutosi in maniera virtuale per le aziende italiane del settore e in presenza a Osaka per quelle giapponesi.
Come affermato dall’ambasciatore Gianluigi Benedetti, l’Italia è al secondo posto come esportatore di pelletteria in Giappone, e al sesto nel campo dell’abbigliamento. Il Made in Italy, infatti, continua ad affascinare i consumatori e le aziende giapponesi le quali però, oltre al know-how italiano, cominciano a dare una certa importanza anche al tema della sostenibilità ambientale. Una sfida dura per questo paese, dove il settore della moda sta soffrendo per la competizione a ribasso di prodotti provenienti da paesi vicini e il cui smaltimento sta diventando un problema sempre più rilevante.
Tsuyoshi Yano del Senken Shinbun ha sottolineato come la società si stia concentrando sempre di più sulle tematiche ambientali, riscoprendo interessanti risorse anche a livello domestico. Per esempio, per far fronte alla problematica del riciclo o riutilizzo di un capo d’abbigliamento, la catena di grandi magazzini Daimaru Matsuzakaya Department Store ha lanciato il programma “Another ADdress” pensando a diversi escamotages per dare una nuova vita a capi destinati al rifiuto.
In conclusione, i brand e le aziende che sapranno adattarsi al meglio a questo nuovo panorama della moda internazionale, troveranno sicuramente un riscontro più che positivo nel Paese del Sol Levante. Infatti, secondo uno studio condotto dal Politecnico di Milano, sembrerebbe che nei prossimi anni l’export del Made in Italy verso il Giappone possa aumentare fino a un 20%. Un dato che fa ben sperare produttori e aziende italiane appartenenti al settore della moda.